05 giugno 2012

No, una sentenza della Cassazione NON ti mette al sicuro

Brutta e potenzialmente dannosa, la disinformazione sulla giurisprudenza.

Esempio di questi giorni: un articolo che sta rimbalzando sulla Rete si intitola "Cassazione, la marijuana si può coltivare in giardino".

Falso.

A parte la distorsione "La marijuana si può coltivare in giardino", titolo da cui sembra che la quantità coltivata non sia importante (quando invece la sentenza era motivata proprio sulla quantità)...

..La Corte di Cassazione si pronuncia su UN processo e non autorizza in generale nessuno a fare ciò che è proibito dalla legge vigente.

"Da oggi chi possiede una piantina di cannabis sul terrazzo di casa non avrà problemi con la legge", si legge nell'articolo su citato. In un altro si legge "Coltivare sul terrazzo di casa una piantina di marijuana non costituisce più reato in Italia".

DANNOSA DISINFORMAZIONE.

Altro esempio: anni fa in seguito a un pronunciamento della Cassazione sono stati pubblicati vari articoli sul fatto che sia reato o no dire a qualcuno "Vaffanculo"; ad esempio questo articolo di Repubblica.it, dove si legge "Da oggi chi ha problemi con datori di lavoro, conoscenti o parenti potrà fare uno sforzo in meno per controllarsi. Un «vaffa» infatti non è più un'offesa: ormai fa parte del linguaggio comune. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione..."

DANNOSA DISINFORMAZIONE.
 
Dopo aver chiesto delucidazioni a uno dei miei avvocati, mi ha risposto "Ci sono biblioteche piene di pronunce contrastanti. Molto dipende dal contesto in cui certe frasi sono pronunciate, nonché, e non per ultimo, da come si alza il giudice quella mattina" (e naturalmente nessuno può sapere come si alza quella mattina il giudice di primo grado o di secondo grado o i componenti della Corte di Cassazione).

Una sentenza della Cassazione può essere portata come argomentazione in una causa successiva, poiché trattasi di un importante precedente, ma ciò non toglie che un diverso giudice se ne possa discostare argomentando diversamente.

...Infatti la Cassazione non vara leggi.

...Né le sue sentenze hanno valore legislativo.

La cassazione è stata istituita per cassare (ovvero annullare) un processo quando vi siano stati individuati vizi di forma, senza andare ad indagare nel merito dei fatti.
In realtà talvolta tocca anche il merito, quando in primo grado e in appello sono state portate documentazioni e argomentazioni considerate sufficienti a formulare una sentenza: nonostante il regolamento preveda il rinvio al giudice di merito, prevale il principio di economia processuale, per cui la decisione ultima viene presa proprio dalla Cassazione, che assume la cosiddetta funzione normofilattica, cioè una funzione di guida per i successivi casi simili.

MA E' ASSOLUTAMENTE SBAGLIATO pensare che siccome la Cassazione si è pronunciata in un certo modo, si può agire secondo questo pronunciamento, sicuri di non avere problemi con la legge.
Non si può essere sicuri di non essere assolti in un eventuale processo, e tanto meno si può essere sicuri che non si verrà denunciati e processati.

Infatti (cito da Wikipedia), "la funzione nomofilattica conserva un ruolo autorevole, ma non acquista alcuno spazio autoritativo. Il nostro ordinamento resta ispirato a una struttura di civil law e il valore giuridico delle sentenze resta quello di risolvere le controversie fra le parti, i loro eredi e aventi causa e non quello di fissare nuovi principi di diritto vincolanti, come avviene grazie al criterio dello stare decisis negli ordinamenti di common law."

Giova fra l'altro ricordare che "problemi con la legge" può anche significare dover sostenere un processo, al di là dell'essere assolti o condannati, perché in ogni caso sussiste una certa spesa di tempo, energie e denaro.

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