14 gennaio 2017

Ah, allora auguri in ritardo... mentale

Immagina un dialogo del genere:

- Ti auguro di aver passato una buona vacanza, la settimana scorsa!
- Grazie!

Strambo, ti pare? Certo che è strambo. Perché un augurio è la manifestazione di un desiderio tipicamente riferito al futuro. Non è semanticamente sbagliato usarlo per parlare del passato, ma in questo caso di solito si indica affettuosamente sé stessi come beneficiario del desiderio, indicando che l'eventuale bene dell'interlocutore farebbe piacere a chi sta parlando:

"Mi auguro che tu abbia passato una buona vacanza, la settimana scorsa!"

La scelta di attribuire il beneficio a sé stessi indica come l'augurio comunque in un certo senso debba avere a che fare col futuro, perché chi parla non sa ancora com'è andata la settimana di vacanza, e augura a sé stesso di venire a sapere che la propria speranza corrisponda a realtà quando gli verrà raccontata.

Di qui l'ulteriore strambezza della risposta "Grazie!", dato che plausibilmente l'interlocutore voleva appunto una risposta più ampia, e cioè che gli venisse raccontato com'è andata.

Ho descritto in modo abbastanza articolato qualcosa che probabilmente già sapevi: di sicuro anche prima di leggere le spiegazioni che ti ho dato, se ti fossi sentito dare un augurio così come formulato nell'esempio iniziale, e cioè "ti auguro" in riferimento a un evento passato, ti sarebbe venuto da pensare "cosa me lo auguri a fare, dato che ormai è successo?".

Dunque, se sapevi già tutto, che ho chiacchierato a fare?

Per fare un parallelo con una situazione del tutto simile, che però non viene individuata altrettanto spesso come anomala: gli auguri di compleanno in ritardo.

Se ti auguro buon compleanno, ti manifesto il mio desiderio che passerai una buona giornata il giorno del tuo compleanno.
Se il tuo compleanno è già passato, posso dire "Mi auguro che tu abbia passato un buon compleanno" oppure, meno mielosamente, "Spero che tu abbia passato un buon compleanno". Ma frasi del genere non sono affatto frequenti, così come è verosimilmente poco frequente che le persone post-auguratrici un concetto del genere vogliano esprimere.

Certo è che con la singola parola "Auguri!" non si scappa proprio. Detta così è per forza riferita a un evento futuro.
Stessa cosa se c'è l'aggiunta di "in ritardo": "Auguri in ritardo!", oppure "Auguri, anche se in ritardo!".
...Tanto che, quando dici "auguri in ritardo", io lo so, ti aspetti strambamente uno strambo "grazie", e non un racconto su com'è andata. Tutto questo è assurdo. Cosa cerchi, di preciso?

Vedi, non si tratta di un ritardo che posticipa lo svolgimento di qualcosa, come quando ti presenti in ritardo a un ritrovo con degli amici, e così partite per il mare 15 minuti dopo il previsto. Si tratta di un ritardo che toglie senso a ciò che stai dicendo. Un po' come dire "Sono le 14.50, scusate il ritardo con cui lo dico". Se sei in ritardo, allora non sono più le 14.50. Perché hai aperto bocca, dunque? Quando lo fai, fallo con un perché. Dì un'altra cosa, se non sono più le 14.50 e comunque muori dalla voglia di chiacchierare. Guarda che ore sono adesso e dì che ore sono in questo momento. Aggiorna ciò che devi dire.

Rifletti su "Auguri in ritardo" adesso: stessa zuppa. Ammettere che stai dicendo qualcosa in ritardo e quindi inadeguatamente non fa diventare adeguato ciò che esprimi. Dammi retta. Dì altro.

In particolare, fa' che le tue parole abbiano una corrispondenza con quello che veramente vuoi esprimere. Non mettere il pilota automatico che fa il copia e incolla delle tante sciocchezze che hai sentito dire agli altri.
Vuoi augurare qualcosa? Puoi farlo solo in riferimento al futuro. Vuoi esprimere la tua speranza che un evento o una giornata siano andati bene? Dì proprio questa roba qui. Vuoi esprimere il tuo affetto per una persona? Dalle un abbraccio. O falle un regalo (un regalo di compleanno in ritardo va bene: è un semplice ritardo che non esprime concetti in conflitto fra loro). O augurale buona serata. O augurale buon non compleanno. Quello che vuoi. Ma non buon compleanno, se è passato. Buono o terribile, ha già avuto luogo. Non c'è più nulla da sperare, né da augurare. Dovevi pensarci prima, se proprio ci tenevi. Del resto non è la fine del mondo; se davvero augurare buon compleanno ti sta a cuore, rimedierai l'anno prossimo.

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