27 gennaio 2017

Evviva Facebook, prezioso rilevatore di scemi

E riecco un altro post che mostra un bambino con una malformazione e augura anni di sfortuna a chi non condivide e non scrive "Amen". Ha circa 28mila commenti e 513 condivisioni.

Che faccio? Mi arrabbio per l'esistenza di certa gente? E dopo la mia segnalazione mi arrabbio per la risposta "Nessuna violazione" datami dallo staff di Facebook, leggi mandria di cingalesi pagati 3 euro l'ora e che conosce sì e no 8 parole di italiano?

No. Perché ci ho pensato un po', e ho concluso che non c'è nulla di cui arrabbiarsi, e c'è anzi da gioire.

Non più "maledetto Facebook, che mi mette davanti agli occhi avvilenti idiozie".

La considerazione più razionale da fare è EVVIVA FACEBOOK.

...Ed evviva il web in generale, dove ognuno può dire la sua. Oh, nonononono. Non è un discorso democratico, questo. Non sto parlando di quanto è bello che la comunità umana abbia la possibilità di arricchirsi ogni giorno con l'opinione e il sentire di chiunque.

Al contrario, mi riferisco al fatto che i mezzi online, Facebook in testa, ti fanno individuare, senza grandi indagini e approfondimenti, persone dal cervello bruciato che velocmente si auto-denunciano come tali. Sta a te poi a te decidere cosa farne (quello che decido io l'ho spiegato qui).

Quando non c'era la possibilità di esprimersi online, e non c'era gente che ticchettava quotidianamente sulla tastiera o sullo smartphone, individuare un imbecille poteva essere un processo molto più lungo di adesso. Magari chiacchieravi con una persona per giorni, magari ci uscivi insieme per anni, e poi a un certo punto ti deludeva. E la delusione era qualcosa di fastidioso e frustrante, perché pensavi a quanto tempo avevi speso con una persona senza accorgerti che era capace di dire o fare certe scempiaggini.
Perché prima tutto andava più lento. Ci si esprimeva meno, e ci si conosceva quindi più lentamente. Se avevi un presentimento che ti faceva dire "Quello non mi piace, secondo me ha qualche rotella fuori posto" poteva capitare che gli altri ti rispondessero, a volte a torto, a volte a ragione, che avevi dato un giudizio affrettato, perché dato senza un'approfondita conoscenza.

Il web oggi ha accelerato la conoscenza. Tutti si esprimono di più e più velocemente. Non dico che sia sempre possibile capire se un individuo è degno di considerazione o no guardando il suo diario o un suo blog: c'è chi non scrive mai, o si limita a condividere filmati e immagini umoristiche e di animali teneri e link esterni non complottari né bimbominchia-quantistici, quindi l'indagine è impossibile.

Ma sono molte le persone che scrivono post, commentano post altrui, linkano articoli o video in maniera significativa per dare di loro una valutazione. Valutazione parziale, certo, ma spesso sufficiente a dire "Non voglio avere a che fare con questo qui".

...E per dirlo, oggi, non devi conversarci o passarci del tempo insieme per settimane o mesi. Basta leggere il suo diario di Facebook, o il suo blog, o i suoi commenti.

Quindi, contrariamente a ciò che viene spesso detto, EVVIVA la possibilità per tutti di esprimersi.

Possibile obiezione: ma non è un male che uno spara-scempiaggini possa avere libertà di parola, col rischio di contagiare ogni giorno centinaia o migliaia di persone?
No, nessuno contagia gli altri con la sua stupidità. Caso mai istiga altre persone, che già sono stupide, a dire "Sì, hai ragione". Quindi non diffondono la stupidità. Istigando gli altri a parlare, diffondono l'utilissima spia che mette in evidenza la gente come loro.

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1 commento:

Unknown ha detto...

bellissimo articolo!

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