15 settembre 2017

La stupida distinzione "vita telematica - vita reale"

La stupida distinzione fra vita telematica e vita reale
In queste ultime ore un mio FB-friend ha linkato una vecchia bufala. Quella della signora di 86 anni che avrebbe umiliato il direttore di una banca e bla bla bla.

Ho commentato linkando semplicemente la ricerca su Google delle parole vecchietta 86 anni direttore bufala, per far capire che sarebbero bastati pochi secondi per apprendere la falsità della notizia, anche solamente osservando la pagina dei risultati di Google.

Il dialogo è andato avanti più o meno così (faccio alcune aggiustatine per una maggiore leggibilità e non includo commenti di altri utenti non rilevanti):

Si, sospettavo che fosse una bufala ma fa riflettere sul l'iter burocratico a cui siamo sottoposti e le contromisure che dovremmo mettere in atto! Grazie Marco per la segnalazione!

Però nell'intendimento comune alla maggior parte degli utenti FB se posti un link senza commentarlo significa che affermi la stessa cosa affermata dall'autore del relativo articolo.
Altra cosa: se voglio farti rifelttere su un argomento, non ti dico un
a bugia, cioè non ti propino una storia falsa spacciandola per vera. Posso anche inventarmi una storia, ma te la presento come una storia inventata utile a farti capire un concetto. Altrimenti nel momento in cui ti accorgi che ti ho preso in giro la mia credibilità va in fumo.
Altra cosa: in generale, se ti parlo col risultato di farti credere vera una notizia falsa, il mio comportamento è anti-etico quant'è vero che tu hai il desiderio di conoscere la verità. Se c'è gente disposta a spendere 1 euro per comprare un giornale e apprendere notizie vere, questo ti fa capire come propinarti notizie false sia grave quanto rubare.
Ne ho parlato in questo articolo: http://opidos.blogspot.it/2016/09/pubblicare-bufale-e-come-rubare.html


Dicono che un vecchio saggio africano radunasse attorno a se tutta la tribù per raccontare le sue storie... il vecchio cominciava ogni storia dicendo "Questa storia non è la verità; è piuttosto una bugia... ma in ogni storia puoi trovare del vero..."

Con questo hai confermato ciò che ho detto. Il vecchio saggio ha ammesso che racconta una bugia (che fa riflettere su cose vere). L'autore dell'articolo no. E questo fa del suo post (e, aggiungo, del suo intero blog) qualcosa da non diffondere.

Ho sistemato il post e l'ho commentato così dovrebbe andare...

Prima di quest'ultima risposta, il FB-friend ha linkato l'articolo di Lercio "Anzio sotto choc: giovane abbandona tutti i gruppi di WhatsApp e torna a vivere".

Questo mi ha spinto a deviare l'intero dialogo qui su OPIDOS. Infatti la ritengo un'occasione per eliminare un equivoco che alberga abusivamente nella testa di molte persone, quant'è vero che di tanto in tanto si sente mettere in contrapposizione la vita reale con la vita cosiddetta virtuale. E cioè le parole dette a voce (ma solo dal vivo o anche con una telefonata? E che dire se è un messaggio vocale via Whatsapp?) con le parole dette su Facebook o commentando un articolo, o un video YouTube, etc.
Quando sento o leggo cose del genere mi viene da chiedere al filosofo della comunicazione di turno se gli va bene che io gli scaraventi una sedia sul groppone, tanto è una cosa virtuale, mica reale. Perché mica l'ho colpito direttamente con le mie mani; ho usato una oggetto intermediario.

No, non è che parlare di fronte all'interlocutore sia vita importante e vera e parlare in TV o su Facebook o con una telefonata o con una chat, etc, sia vita meno importante e virtuale. I mezzi di comunicazione telematica sono fisici e reali. Le parole vengono lette / ascoltate... mi verrebbe da dire "né più né meno che dal vivo", ma in realtà è più corretto dire "ancora più che dal vivo", dato che le cose pubblicate online possono essere lette e rilette. E condivise, moltiplicando il messaggio. Intendere Internet come qualcosa di virtuale e poco importante fa molto danno. Vedi disinformazione, diffamazioni e una serie di altre azioni compiute online con leggerezza, i cui autori ci penserebbero due volte prima di fare la stessa cosa dal vivo.
A dirti cosa è vero e cosa è importante è il contenuto della comunicazione, non il mezzo usato per comunicare.
E se proprio vogliamo dire qual è la differenza più importante fra parlare dal vivo e parlare su un social network come Facebook, mettiamo in primo piano il fatto che in quest'ultimo caso i destinatari sono di solito in numero molto maggore, e vengono amplificati gli effetti di quello che diciamo, compresa la figura del pollo nel caso in cui siamo cascati in una bufala.

La distinzione da fare, e che probabilmente intendono tante persone che non colgono il punto quando esprimono certe considerazioni, è un'altra.

La distinzione da fare quando scegliamo il modo di impiegare il nostro tempo non è fra "internet o non internet", ma fra persone con cui è produttivo parlare e persone con cui parlare è inutile perché non riescono o non vogliono capire. Che queste ultime si individuino spesso sul web è vero, ma è un altro discorso.

Certo è che se parlo con te e a un certo punto mi linki un articolo come quello suddetto di Lercio, è come se mi dicessi "Stai approfondendo l'argomento con dei particolari poco importanti". Ok, quindi secondo te sono troppo bacchettone e pignolo. Il mio punto di vista ovviamente sarà un altro: la mia interpretazione (che dal vivo sarebbe identica), sarebbe "Lascia perdere internet, che è virtuale e quindi poco importante" "Lascia perdere questo interlocutore, con cui parlare è solo una perdita di tempo".

Sullo stesso argomento (circa) ti invito a leggere Il tempo libero altrui come argomento sbeffeggiante.

Ti è piaciuto questo articolo? Amerai quelli di Psicoperformance!
Clicca qui e visita Psicoperformance.com

Nessun commento:

Posta un commento

--- IMPORTANTE --- Per evitare spam ed eccesso di spazzatura stupidiota, i commenti sono soggetti a moderazione, quindi non compaiono immediatamente il loro invio. Se non vuoi inserire il tuo nome anagrafico, usa un nick; se non sai come fare clicca in alto su "COME COMMENTARE". Mi riservo di non approvare commenti di utenti che compaiono come "Anonimo", perché questo potrebbe generare confusione in caso di più utenti anonimi.