21 ottobre 2017

Animal Equality spaventa l'industria della carne, che fa causa. Aiutala!

Le indagini di Animal Equality sono utili ? Servono a qualcosa? Scoprilo in questo video, o leggi di seguito la versione testo.


Per donare a Animal Equality clicca su http://sostienici.animalequality.it/

...Sì, le indagini di Animal Equality servono. Se il loro lavoro fosse inutile, se non avesse alcun impatto, l’industria della carne non si scomoderebbe per ostacolarlo, cosa invece che sta facendo.
Sta istruendo gli allevatori su come identificare gli investigatori sta facendo comunicati stampa in risposta alle inchieste contro di loro, e inoltre sta procedendo per vie legali!
Prima ancora che un'inchiesta di Animal Equality andasse in onda all’interno del TG1 lo scorso 4 ottobre, una delle maggiori aziende di carne di pollo aveva mobilitato i propri legali. Segno buono: questi colossi del genere non si muovono mai per nulla, e se lo fanno significa che Animal Equality fa paura: nuoce ai loro profitti, perché i filmati degli allevamenti intensivi arrivano ai cuori delle persone e possono cambiare le loro abitudini alimentari.

Problema: al contrario delle grandi industrie della carne, Animal Equality non ha valanghe di soldi a disposizione.
Gli attivisti dedicano anima e corpo alla causa, ma hanno bisogno del nostro sostegno.

Dona per difendere il DIRITTO DI TUTTI DI SAPERE LA VERITÀ SCOMODE SUGLI ALLEVAMENTI.


Dai quello che puoi, per fare un altro passo utile a cancellare questa schifosa ingiustizia quotidiana degli allevamenti intensivi, che sono una continua tortura e sofferenza di esseri senzienti esattamente come io nostro cane, come nostro gatto, e come noi.

Per favore, *PRIMA* dona qualcosa, *POI* condividi questo post. Grazie.

Un esempio di dichiarazione di voto spazzatura

Francesco Paolo Sisto (Forza Italia)
Francesco Paolo Sisto (Forza Italia)
In questi giorni alla Camera è passato il disegno di legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis ad uso medico.

Il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto è intervenuto in aula dicendo:

«Forza Italia dice no al provvedimento sulla cannabis perché, premesso che l'impiego terapeutico della sostanza è già previsto dal 2015, i rischi di questo testo sono nettamente superiori ai benefici. Il primo, nonchè più pericoloso, è che si tratti di un grimaldello per aprire uno squarcio verso la legalizzazione»

Ha detto inoltre:

«Non avalleremo mai l'intossicazione dei giovani per via ordinamentale: ecco perchè la nostra contrarietà può dirsi di cautela , una precauzione indirizzata verso le nuove generazioni. D'altra parte, è stato evidente come la discussione in Aula, che avrebbe dovuto muoversi e incentrarsi sulla tutela del diritto alla salute, sia trascesa nel tentativo subdolo di alcune forze politiche di cambiare le carte e introdurre una formale legalizzazione della cannabis sulla scorta dell'uso medico certificato. In pratica, si è cercato di arrivare non già ad una depenalizzazione tecnica, ma alla "bonifica etica" di una sostanza stupefacente. Noi non ci stiamo»

Nelle parole che ho riportato si trovano almeno due elementi che classificano il discorso come spazzatura.

Sono un po' combattuto. Li spiego o non li spiego? A me sembrano talmente evidenti che spiegarli mi pare quasi un'offesa all'intelligenza di chi legge.

Ma allora, se le stupidaggini sono così evidenti, perché vengono dette? Vengono dette perché se sono un politico e so di avere evidentemente torto, non posso pretendere di convincere la controparte, ma mi rimane comunque il compito di dire qualche parola rivolta alle persone che la pensano come me. Le parole stupide tendono ad apparire un po' meno stupide quando arrivano all'orecchio di persone che già hanno la stessa opinione (o che per qualche motivo mi hanno in simpatia). Con loro la strada è in discesa. Ed è rivolto esclusivamente a loro un discorso argomentato anche penosamente per sostenere una tesi che fa acqua da tutte le parti. È comunque meglio di nulla. Perché non dire nulla sarebbe imbarazzante, ancora più imbarazzante che dire la peggiore boiata. Un politico deve prima di tutto apparire convinto di quello che sostiene. Secondariamente, e solo se possibile, cercherà di esprimersi con argomentazioni non stupide.

E insomma, che faccio, li spiego o non li spiego gli elementi che fanno il discorso di Francesco Paolo Sisto un discorso spazzatura?

No. Non voglio farlo. Ho deciso che è troppo facile. Se vuoi fallo tu commentando.

17 ottobre 2017

Pillola abortiva e bastoni fra le ruote poco sensati

Poco fa ho visto che un mio FB-friend ha condiviso un post in cui si legge:

[...] il governo ha tolto l'obbligo di ricetta per le pillole abortive. Così, senza neanche dover far la fatica di chiedere niente a nessuno, 600mila potenziali madri ogni anno in Italia prendono veleno per uccidere la vita. (Per l'Aulin la ricetta serve).

L'autrice è Costanza Miriano. Faccio una breve visita al suo diario Facebook e vedo una sua foto insieme a Mario Adinolfi e un bel post con questa immagine, che incita a un efficacissimo metodo per ottenere la pace (ma mi sa che qualcosa è andato storto, dato che è il 17 ottobre e la guerra non è scomparsa... forse qualcuno ha detto il Rosario fuori sincrono o ha pappato di nascosto tipo Fantozzi nella clinica dimagrante?).


Ma torniamo al tema della non più necessaria ricetta per la pillola abortiva, per cui 600mila donne ogni anno potranno prendere il veleno senza fatica senza chiedere niente a nessuno.

Capisco battersi perché venga negato il diritto all'aborto, se si è contrari. Ma che senso ha costringere 600mila donne a far fatica?

Forse il senso potrebbe essere costringere una donna a parlare con qualcuno che la informa (magari senza intimidirla né usare sensi di colpa) sulla possibilità di portare a termine la gravidanza e fare il parto anonimo affinché il bimbo sia adottato.
Ma alla base di questo tipo di auspicio, che più di una volta ho sentito esprimere dagli anti-abortisti, c'è un equivoco, che mi appresto a chiarire.

Per l'Aulin la ricetta serve perché un paziente potrebbe non conoscere controindicazioni e effetti collaterali; potrebbe non sapere in quali quantità e in quali casi assumerlo e non assumerlo.
Insomma: serve la ricetta perché con l'uso totalmente autonomo si rischia di fare più male che bene.

E la pillola abortiva? Non fa forse male?

Dal punto di vista medico, evidentemente si pensa che le istruzioni sul foglietto illustrativo siano sufficienti affinché la donna possa capire come farne un uso appropriato, e che è improbabile un uso inappropriato che comporti danni alla salute.

Dal punto di vista etico, sì, fa male, secondo qualcuno. Questo qualcuno non è la legislazione italiana.

Secondo la legge italiana l'aborto non è come la prostituzione, considerata attività legale e al tempo stesso fenomeno brutto e quindi da contrastare.

La legislazione italiana vede l'aborto come né negativo né positivo. Infatti se fosse considerato negativo, lo sarebbe per una sola ragione, e cioè il considerare l'embrione un essere con gli stessi diritti di una persona (o "considerare l'embrione una persona"). L'apparato giuridico italiano non contempla il concetto di "mezza persona". O è una persona, oppure non lo è. Quindi no, non lo è. Perché se lo fosse, allora la vigente la legge sull'aborto non potrebbe esistere, in quanto contrastante con l'articolo 3 della Costituzione, secondo cui "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge".

Ecco perché è inutile argomentare sui provvedimenti legislativi finalizzati a non mettere i bastoni fra le ruote delle donne che vogliono abortire. Sarebbero bastoni fra le ruote che servono a frenare un fenomeno che non è considerato da frenare.

L'unica battaglia che avrebbe una sensatezza e una coerenza sarebbe, dal punto di vista di chi vuol contrastare l'aborto, proporne l'abolizione in toto. Magari con una retorica più efficace e meno controproducente rispetto a quella che continua a essere utilizzata, e che nomina di continuo "la vita", dato che "vita" è anche una foglia.