02 dicembre 2017

L'abuso della parola "censura"

La censura è un intervento su un articolo di un giornale, su un servizio televisivo, sulla distribuzione di un volantino, sulla pubblicazione online di un post o di un commento, etc, che attivamente impedisce a qualcuno di comunicare qualcosa, tipicamente diffondere una notizia o un'opinione, o esprimere accostamenti, o mostrare immagini.

Chi usa la censura la giustifica con la necessità di impedire che le persone di cui si parla vengano diffamate, o che i contenuti del messaggio possano risultare diseducativi, offensivi, o troppo impressionanti per i destinatari del messaggio.

Quando queste giustificazioni sono sensate, la censura è legittima. Quando sono solo delle scuse per nascondere delle verità che intaccherebbero il buon nome di qualcuno da difendere a prescindere, la censura è illegittima.

Esempio di censura illegittima: durante il regime fascista gli articoli di tutti i giornali venivano passati al vaglio degli addetti alla censura; ne veniva vietata la pubblicazione se contenevano narrazioni o opinioni che avrebbero potuto nuocere alla popolarità del regime.

Alcuni esempi di censura legittima:
- Un giornalista di un Tg realizza un servizio su una strage, in cui sono state inquadrati cadaveri dilaniati da una bomba; il capo redattore decide di censurare quelle immagini sfuocandole, perché ritiene che alcuni spettatori potrebbero trovarle troppo forti e ne resterebbero quindi eccessivamente turbati.
- Come sopra, sostituendo corpi dilaniati con volti di minorenni vivi, che salvo autorizzazione dei genitori o dei tutori non possono essere mostrati interamente
- Un utente scrive un commento sotto a un articolo di un blog; il titolare del blog lo ritiene diffamatorio nei confronti propri o di qualcun altro, o semplicemente inutile o antipatico, così decide di eliminarlo. Magari qualcuno non concorda e avrebbe deciso diversamente, ma non è un gran problema democratico, dato che il titolare è padrone del proprio blog e non dell'intera Internet, su cui ognuno può aprire un blog e scrivere quello che vuole, legge permettendo.

Alcuni esempi di censura a volte legittima, a volte no:
- Un giudice sentenzia che un articolo o parte di un articolo comparso su un blog deve essere cancellato in quanto diffamatorio o in altro modo ingiustamente lesivo nei confronti di una persona. Come noto, alcune sentenze sono palesemente giuste, alcune sono discutibili. Fu giusta la sentenza che in francia condannò una blogger a risarcire un ristorante che secondo il giudice era stato da lei diffamato (vedi qui)? La mia risposta è sì, sentenza giusta, perché nel titolo dell'articolo il ristorante veniva descritto come "posto da evitare", il che è esageratamente lesivo degli interessi di quell'attività commerciale, per motivi che, fino a prova contraria, sono nettamente insufficienti. Infatti, anche se il ristorante ha fornito un pessimo servizio quel giorno, non è detto che non sia migliorato in seguito e che quindi meriti di essere evitato.
- Una sentenza condannò a un risarcimento il titolare di un sito che non aveva contenuti diffamatori, ma aveva linkato una pagina di proprietà altrui con contenuti diffamatori, senza peraltro appoggiare le tesi di quei contenuti. Eravamo agli albori di Internet in Italia, e questa sentenza è così ingiusta da farmi pensare che fosse stata dovuta anche alla scarsa comprensione da parte del giudice su Internet.
- Se delle persone mostrano in giro uno striscione in cui sono raffigurate immagini pornografiche e le forze dell'ordine se ne accorgono, lo striscione viene sequestrato, perché offende la sensibilità di tante persone, e in particolare quella di genitori che non vogliono che quelle immagini siano mostrate a dei bambini, che potrebbero fare domande imbarazzanti. Dunque, poiché l'imbarazzo provoca stress e lo stress aumenta il rischio di ischemia miocardica, si tratta di una censura giusta.

Spero sia chiaro, adesso, il significato della parola "censura".

E adesso vediamo cosa non è censura.

Non è censura quando un argomento è importante, eppure i mass media non ne parlano. Non è censura neanche quando tu hai invitato un mezzo di informazione a parlarne, e il tuo invito viene ignorato. Questo è boicottare un argomento. La censura non c'entra, a meno che qualcuno non imponga a te di non parlarne.
Il politico che trova scomoda una certa domanda da pate di un giornalista, dunque cambia argomento con una supercazzola, oppure semplicemente non risponde e se ne va via, si comporta bene? No. Gli infilerei un martello pneumatico nel sedere (no, non lo accenderei, altrimenti farebbe troppo male... non si deve esagerare; già spento è molto doloroso). Ma non è censura. Lui evita un argomento. Ma tu rimani libero di esprimerti.
I giornalisti che volutamente boicottano o minimizzano alcune notizie che dovrebbero essere trattate in modo più frequente e più approfondito, per il bene di tutti, fanno bene il loro lavoro? No. Fanno più schifo di un filo interdentale usato. Ma non tolgono a te la possibilità di parlarne nel tuo giornale o nel tuo blog, o nel tuo video online, o nel tuo podcast, etc.

Certo, tu non hai tanti lettori o visualizzatori su YouTube, e quanto a informazione i grandi giornali e le grandi televisioni la fanno da padrone e rispetto a te hanno una enorme possibilità di influenzare l'opinione pubblica.

Lo so, e ti compiango, meriteresti più ascolto e più pubblico, se non sei anche tu uno spara-scemenze.

Ma sei uno spara-scemenze se parli di "censura" a vanvera.

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